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Viaggio all'inferno

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Nel gennaio 2017, grazie alla collaborazione della direttrice della casa editrice del Museo di Auschwitz Jadwiga Pinderska-Lech, ho avuto la possibilità esplorare e documentare uno dei luoghi più emblematici della memoria storica europea.

Utilizzare la fotografia come mezzo per trasmettere emozioni profonde legate a questi luoghi carichi di storia, serve non solo come documentazione visiva, ma anche come strumento per evocare la memoria collettiva e stimolare una riflessione critica sull'umanità e la sua storia.

L'intento è ;stato quello di produrre immagini che siano rispettose e significative, evitando una rappresentazione superficiale del dolore e della sofferenza vissuti in quel contesto.

Le fotografie scattate in questi spazi vuoti e carichi di storia, cercano di catturare l'assenza e il dolore e in particolare le condizioni disumane in cui vivevano i prigionieri.

Gestire le emozioni durante le riprese in luoghi drammatici come Auschwitz e Birkenau non è stato facile.

È naturale sentirsi sopraffatti, ma è importante non censurarsi. Se un'immagine o un momento colpiscono profondamente, vale la pena immortalare quell'istante, anche se suscita una reazione emotiva intensa.

La prima reazione è di sgomento, camminare tra i resti di un campo di concentramento, vedere le strutture e i luoghi dove si sono svolti eventi così tragici, può suscitare una profonda sensazione del dolore e della sofferenza vissuti in quei luoghi è opprimente.

Seduto sulla neve di fronte al vagone merci fermo sulla Judenrampe, mi ritrovo a pensare a tutte le persone che sono scese da quel vagone, il vento che passava sotto di esso produceva un suono simile ad un lamento, il lamento di milioni di vite spezzate

Spero che questo progetto aiuti a mantenere viva la memoria della Shoah attraverso, invitando a una riflessione profonda su ciò che è stato e su ciò che non deve mai più ripetersi.

Clicca sulle immagini per vederle a schermo intero.

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