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WASHI 

UNA TRADIZIONE MILLENARIA

La storia

La parola washi è composta da wa, che significa "giapponese", e da shi che significa "carta".


Si riferisce quindi alla carta giapponese fatta a mano secondo il metodo tradizionale, derivato dall'antica arte cinese di produzione della carta.

La leggenda narra che sia stato un monaco buddista ad introdurre la Carta Washi in Giappone nel 610 circa. Per molti anni rimase destinata alle classi più agiate. Nel corso dei vari secoli divenne la specializzazione di molte località.

 

La carta washi è stata utilizzata sin dall'antichità all'interno delle abitazioni per la sua capacità filtranti attenuando l'intensità della luce. 

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La Fibra

Pur essendo nota come “carta di riso”, la washi non si produce con il riso bensì con le fibre di alcune piante tipiche giapponesi:

il Kozo, la Mitsumata e la Gampi. Secondo la cultura giapponese, la prima pianta rappresenta l’elemento maschile con fibre robuste, la seconda quello femminile delicato e morbido e la terza quello nobile, ricco e longevo.

La carta artigianale washi, nasce dalla lavorazione del cosiddetto “gelso della carta” (kozo), un materiale di estrema raffinatezza.

Si tratta di carta di buona consistenza, molto resistente e si dice che resista anche ai danni procurati dagli insetti.
Dal novembre 2014 è inserito tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'UNESCO.

Il processo di fabbricazione

La fibra battuta viene aggiunta all'acqua su un telaio di legno con un retino finissimo. Solitamente la quantità di fibra è pari a circa l'1% della quantità di acqua e mescolata accuratamente in modo da disperdere uniformemente le fibre. Viene poi aggiunta la soluzione di Neri (la quantità dipende dal tipo di carta da realizzare).
Il metodo Nagashizuki richiede che la miscela di fibre sia in costante movimento sulla superficie del retino.

Il movimento effettivo varia a seconda del tipo di fibra utilizzata, della carta da realizzare e del singolo produttore di carta.

Si dice che in media un singolo foglio di carta richieda un minuto per essere completato; risultando in 40 fogli all'ora (consentendo tempo aggiuntivo per aggiungere polpa e neri alla vasca) o circa 300 fogli al giorno.

Il foglio viene staccato con cura e riposizionato nel telaio con il lato opposto rivolto verso l'alto.

Questa tecnica assicura l'uniformità di entrambi i lati del retino e previene l'accumulo di eventuali residui di fibre sulla superficie che potrebbero interferire con la futura rimozione della carta. 

I fogli di carta vengono sovrapposti e lasciati a scolare naturalmente durante la notte. 

Il giorno successivo, vengono messi nell'"ASAKUKI" o pressa e pressati gradualmente fino a rimuovere il 30% dell'umidità.

Le carte pressate vengono accuratamente rimosse una ad una e spazzolate su tavole per asciugare naturalmente o su una superficie metallica riscaldata a vapore per un'asciugatura più rapida.

Le carte finite vengono tagliate a mano in dimensioni specifiche mantenendo i bordi intonsi per indicare la lavorazione fatto a mano.

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